SCHEMA DELL'IMITAZIONE -Platone, "Repubblica"
"Repubblica" |
«In tal caso, a quanto pare, Omero e gli altri poeti sviluppano il racconto tramite l'imitazione».
«Senza dubbio».
«Ma se il poeta non si nascondesse mai, tutta la sua poesia e la sua narrazione sarebbero prive di imitazione. E perché tu non mi ripeta che ancora non capisci, ti spiegherò come questo può accadere. Se Omero, dopo aver raccontato che Crise giunse con il riscatto per la figlia a supplicare gli Achei, e soprattutto i re, non si fosse messo a parlare come se
fosse divenuto Crise, ma come se fosse ancora Omero, sai che non ci sarebbe stata imitazione, ma semplice narrazione. E si svolgerebbe più o meno così (lo dirò in prosa, dato che non sono un poeta): "Il sacerdote, al suo arrivo, pregò gli dèi di concedere loro di prendere Troia e di salvarsi, e li supplicò di liberare sua figlia accettando il riscatto, per rispetto del dio.
A queste parole gli altri lo onorarono e acconsentirono, ma Agamennone s'infuriò e gli ingiunse di andarsene subito e di non ritornare più, altrimenti lo scettro e le bende del dio non sarebbero valse a proteggerlo. Aggiunse che prima di liberare sua figlia, ella sarebbe invecchiata con lui ad Argo; gli ordinò quindi di andarsene e di non irritarlo, se voleva tornare sano e salvo a casa. All'udire queste minacce il vecchio ebbe paura e partì in silenzio, ma quando fu lontano dall'accampamento rivolse molte preghiere ad Apollo, invocando il dio con i suoi appellativi, ricordandogli e chiedendogli se mai gli avesse fatto un dono gradito costruendogli templi o sacrificandogli vittime; in cambio di questo lo pregò di far pagare agli Achei con le sue frecce le lacrime da lui versate".
(36) Così , amico mio», conclusi, «si fa una narrazione semplice senza imitazione».
«Ora capisco», disse.
«Cerca allora di capire», continuai, «che si ha una narrazione contraria a questa quando si eliminano le parole del poeta intercalate tra i discorsi diretti, conservando i dialoghi».
«Capisco anche», disse, «che questa è la struttura della tragedia»
-"Repubblica", libro III
Imitazione deriva dal termine "mimesis".
Questo schema è un criterio molto utilizzato da filosofi ed autori.
Acquista importanza con Platone: rappresenta la somiglianza delle cose sensibili alle idee; nella concezione platonica dell’arte, la mimesi è da condannare perché si allontana dal vero, imitando le cose, che sono copia esse stesse delle idee.
Questo schema è un criterio molto utilizzato da filosofi ed autori.
Acquista importanza con Platone: rappresenta la somiglianza delle cose sensibili alle idee; nella concezione platonica dell’arte, la mimesi è da condannare perché si allontana dal vero, imitando le cose, che sono copia esse stesse delle idee.
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